blog di Unprepared Andrea

1. Foto Turchia

Le foto del nostro viaggio in Turchia sono nella versione inglese.

Ne abbiamo molte di piu', abbiamo scelto solo le piu' rappresentative per non passare intere giornate a caricare file... :)

1. Turchia
- Istanbul

http://unpreparedtravellers.com/en/unprepared-photos-istanbul
- Cappadocia

L'ufficio informazioni di Delhi

L’autobus impiegò circa 16 ore per coprire il tragitto da Amritsar e Delhi attraverso la nebbia. Era un autobus notturno per turisti, almeno così ci fu detto. Avevamo un posto letto, un letto doppio e il finestrino era in plastica che vibrava ad ogni sorpasso a causa dello spostamento d’aria e che lasciava passare spifferi gelidi.

Amritsar e la British conspiracy

“Secondo voi chi tira i fili del mondo di adesso? Chi è il gran burattinaio che governa il mondo?”
“Ovvio, gli Stati Uniti.” Risposi. “Sono loro che fanno il bello e il cattivo tempo in giro per il mondo.”
“Ed è proprio qui che ti sbagli.” Disse il didattico Michal. “Nulla succede senza il consenso dei gentlemen vestiti di tutto punto a Londra.”
La British conspiracy era la nuova teoria che Michal introdusse nel mio mondo. Ne avevo sentite innumerevoli, ma che gli inglese detenessero ancora il potere nel mondo m’era sfuggita.

Hindustan zindabad! Pakistan zindabad!

Avevamo solo cento rupie, quelle pakistane, e dovevamo andare in India. Non molte, ma ce le dovevamo far bastare. Sarebbe stato comodo prendere un taxi, ma se ci sono i mezzi pubblici, perché non prenderli e risparmiare?

I cristiani di Lahore

Non capita spesso di cenare seduto per terra in una stanza al primo piano dove si officiano funzioni cristiane nel cuore della città vecchia di Lahore in una repubblica islamica come il Pakistan.

Incontrammo i cristiani di Lahore durante la nostra visita alla moschea. Quale posto migliore per incontrare i pochi non mussulmani in Pakistan, no? Inizialmente Mister Peter, come lo chiamavano i suoi amici, ci avvicinò offrendo il suo aiuto come guida.

Food street a Lahore, gioie e dolori

A Lahore ci abbuffammo come non mai. Sfortunatamente con conseguenze poco piacevoli…

Arrivammo a Lahore la notte del 31 dicembre 2009. Avremmo passato capodanno in Pakistan e sapevamo che nei Paesi mussulmani non si festeggia con il veglione di San Silvestro, festa prettamente commerciale di stampo occidentale e esportata nei Paesi che ci copiano ma che non si mescola molto bene con l’Islam e il calendario arabo. Speravamo che a Lahore, seconda città del Pakistan e centro educativo e culturale, ci fosse almeno una comunità internazionale che festeggiasse. Invece ci ritrovammo in giro per la Food Street piena di gente che mangiava, ma che non festeggiava. Avremmo dovuto passare un capodanno senza brindisi e festeggiamenti. Peccato.

Attraverso il Pakistan in treno

Scampato il pericolo di Quetta il viaggio in treno attraverso il Pakistan fu gradevole.

La nostra idea originaria fu quella di arrivare in India il più velocemente possibile. Eravamo a conoscenza della situazione critica in Pakistan e che era sconsigliato andare in Pakistan se non strettamente necessario secondo il sito viaggiare sicuri della Farnesina. Una volta entrati nel Paese e sopravvissuti a Taftan e Quetta decidemmo che avremmo dovuto passare almeno qualche giorno in Pakistan e visitare qualche luogo. Visto che eravamo lì tanto valeva approffitarne e se la situazione fosse precipitata saremmo scappati al più presto.

Dall'Iran al Pakistan, Zahedan-Mirjaveh-Taftan-Quetta, viaggio attraverso l'inferno

Cominciammo il nostro viaggio attraverso l'inferno alla mattina presto.

Dopo aver lasciato Bam entrammo presto nella giurisdizione di Zahedan e dopo aver passato un paio di controlli di polizia una guardia salì con noi per la nostra protezione. Cosa potesse fare un poliziotto in caso di aggressione contro di noi, non ci fu mai chiaro. Più che protetti ci sentivamo noi i sorvegliati. “Fate in modo che se ne vadano il più velocemente possibile.” Questo ci sembra l’ordine impartito dall’alto.

Agli arresti domiciliari a Bam

A Bam fummo messi agli arresti domiciliari nella Guest House per stranieri.

Nella città disastrata dal terremoto che nel 2003 costò la vita a 40.000 persone era rimasto ben poco da visitare. La città era un cantiere per la ricostruzione e la bellissima cittadella costruita sul deserto dai soliti mattoni di fango non era altro che un ricordo da cartolina. Nonostante la distruzione il governo iraniano insieme a molti enti internazionali cercavano di restaurare l’antico splendore. Si vedevano i primi risultati, ma i tempi saranno lunghi, molto lunghi. La macerie erano tristi e servivano a ricordarci di quanto piccoli e semplici siamo noi uomini di fronte alle forze della natura che cerchiamo continuamente di soggiogare, ma che non riusciamo mai a piegare al nostro volere. E’ bastato uno starnuto di questa terra arida per distruggere un’intera città.

Il profumo dell'Iran

Il tramonto visto dal ponte Si-o-Seh ad Esfahan è una magia che confonde le percezioni.